
Sveva Angeletti, 1991. Vive e lavora in Italia. Principale mezzo espressivo della sua poetica è la fotografia. La sua è un’indagine antropomorfa che cerca di interpretare le transazioni emotive, epidermiche e sensoriali tra le persone, immortalandole nelle loro manifestazioni. Sveva è una fotografa, ma anche una performer, una scultrice; si appropria di poesie, di oggetti quotidiani, non predilige l’uno o l’altro linguaggio visivo, costruisce bensì un percorso visivo eterogeneo, lontano dal didascalico, fortemente evocativo, alle volte ermetico. Spesso costruisce i suoi soggetti, li plasma, li modifica e poi li immortala sintetizzando discorsi in immagini. Difficilmente parte da tesi solide, strutturate e dimostrabili, piuttosto ha delle intuizioni alle quali proprio nella sperimentazione stessa cerca conferme o smentite. Costruisce d’istinto delle linee curve che, solo con l’apporto degli spettatori, trovano compimento in una forma definita e chiusa.